Pedescala di Valdastico nasce nell’incrocio tra l’Assa e l’Astico. Il sentiero era ai vecchi tempi la via più breve per raggiungere Conca partendo da Pedescala. Un tempo i rapporti tra le genti di Conca e quelli di Pedescala erano molto stretti, sia per questioni di parentele che per motivi di lavoro.
In Conca si coltivavano orzo e frumento che poi venivano macinati nei mulini che abbondavano in valle. Sembra incredibile ai giorni nostri, ma per gli abitanti di Conca era più comodo scendere in valle, che non andare a Canove per fare le spese che rivestivano una certa importanza.
Questo sentiero era molto usato anche dai contrabbandieri prima della Grande Guerra per contrabbandare lo smercio delle foglie di tabacco.
Probabilmente il significato del nome di questo sentiero deriva da riparo, infatti il percorso abbonda di anfratti sotto le rocce, specialmente nella parte finale.
Si puo' parcheggiare di fronte alla chiesa e percorrere a piedi il Viale dei Martiri del 30 Aprile in cui, non si può dimenticare, ha avuto luogo il terribile eccidio nazifascista di fine aprile 1945; qui ogni albero porta il nome di uno dei caduti in quella follia. Dal cimitero del paese si prende la strada che si inoltra nella Val d’Assa (q. 331). Dopo una 20 minuti di cammino, sulla sinistra del sentiero si incontra una “calcàra” dove in tempi passati si cuocevano i sassi per produrre calce da costruzione. Si possono notare anche molte “masiére” da ambo i lati, ricordo di vecchi terrazzamenti un tempo coltivati, oggi purtroppo quasi tutto in rovina e infestato dai rovi. Dopo circa 35 minuti di cammino tranquillo, sulla destra si troverà la deviazione per il sentiero del “Rapàro”. Ben presto il sentiero si fa ripido e attraverso una serie di tornanti si arriverà velocemente a scorgere la parte bassa del paese di Tonezza; sotto si possono notare ben visibili le sagome di alcune case di Pedescala.
Il sentiero solca quindi ripidi tornanti; se si volge la vista dalla parte opposta rispetto all’Assa, possiamo vedere la strada del “Piovàn” e i meravigliosi prati di Castelletto e Rotzo terre di produzione della famosa patata.
Nel tratto finale del sentiero, ad un’ora circa dal fondovalle, irrompono alla nostra vista alcune grandi pareti rocciose, tagliate da due preoccupanti squarci e gradini intagliati nella roccia da antichi scalpellini, che rendono meno difficoltosa la salita. Sotto una cavità di roccia troviamo anche la presenza di una statuetta di Sant’Antonio. Ad un certo punto, ad una prima occhiata sembra quasi che il sentiero finisca, invece una rientranza ci permette di proseguire, da qui Rotzo e suoi prati diventano ben visibili e dopo gli ultimi tornanti si supera la parete rocciosa e si esce all’aperto (q. 880).
Si prende quindi la sinistra del sentiero trasversale che ci troviamo di fronte, fino a giungere a Contrà Mantovani e Contrà Mosca. In 10 minuti di salita si giunge alla chiesa di Treschè Conca da dove si possono osservare le varie contrade di Conca.
--> Attenzione!
In genere, a meno che uno non sia ben fornito di buon equilibrio e destrezza di piede, è sconsigliato questo sentiero in senso contrario in discesa, pur non essendo un percorso esposto, presenta comunque delle difficoltà da non sottovalutare, specialmente nel primo tratto!
di Minai
Fonti: Sui sentieri della Val d’Astico di Liverio Carollo
Sentieri Val d’Astico e Altopiani Trentini- Sezione VIcentine C.A.I.-
Foto Gianni Mistron - Tabaccomap.it
La descrizione del sentiero è indicativa, lo scopo è di invogliare l'escursionista a percorrerlo. Consigliamo, per evitare di imbattersi in errori, di farsi accompagnare da persone del posto o da apposita guida.
Per i più Tenaci:
Consigliamo il percorso ad anello (5 ore circa) che da Tresche Conca prosegue fino a Forte Corbin (CAI 804), la discesa si effettua poi per una vecchia mulattiera (CAI n° 635 che trovi nell'elenco dei sentieri, descritto in senso contrario), che riporta al punto di partenza, il cimitero di Pedescala.
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